mercoledì 12 ottobre 2011

Ecco che con un accenno di tosse e un piccolo raschiamento in gola ci apprestiamo ad affrontare l'autunno. Alle cinque, come gli operai, Gi si alza al buio. Io tossicchio, tiro su col naso. Ancora non è così freddo, ma se penso a tutti i mesi che ancora ci separano dalle vacanze estive... Sono morti almeno gli insetti, le zanzare orribili, le cimici. Spariranno si spera anche altri insetti - ci diciamo a cena - più ingombranti? Nell'attesa spostiamo i divani in salotto, giriamo i tappeti, ruotiamo i tavoli, tutto prima che Gi si distenda davanti alla tv, si addormenti di colpo, sotto le coperte, e decida di non alzarsi più da lì.

Di notte, ce ne stiamo abbarbicati, nascosti nel piumone. Mentre leggo, Gi mi dice, con gli occhi chiusi: "Ma perché non mi ascolti?"
"Scusa?"
"Non mi ascolti, ti stavo parlando."
"Ok, adesso ti ascolto."
E dice: "fhhhfjjffjjfdllfs fldfsòflsòfsòfsòsò"
"Eh?"
E dice: "wffwfffwwwrttt jjtjjtjjjtjtjtgggjk"
"Ah, ok"

Il giorno dopo le chiedo cosa voleva dirmi.
"Quando?"
"A letto, ieri."
"Io non ho detto niente."
"Mi hai detto che non ti ascoltavo."
"Mi prendi in giro."
"E poi hai detto: fffffjjfjjfjfjfjfj."
"Non è vero. Cos'è che ho detto?"
"Hai detto wffwfwfwffffrrffft"

Ride e mi bacia.

Nessun commento:

Posta un commento