Ah l'autunno! Già lo sentimmo venire nei bollettini metereologici, nei reumatismi delle nostre dita...
***
Mi telefona mia madre, nel tono della voce un'ansia quasi impercettibile.
"Senti, tu hai sentito degli spari l'altra notte?"
"Sì, dei fuochi d'artificio."
"Dice l'albanese che erano spari di polizia."
"Nel vicolo?"
"Io non ho sentito nulla. Pistole della polizia, dice."
"A me sembravano fuochi d'artificio."
"Dice che ha visto il fuoco degli spari."
"Ma dai, erano petardi..."
"Almeno avremmo sentito le macchine della polizia, no?"
"Sì"
"Guarda che quell'albanese lì ne racconta di tutti i colori..."
L'albanese si chiama Marcello, vive in un monolocale al piano terra, nel vicolo, di fronte alle nostre finestre. Ha una pancia enorme, grande come un mondo, e passa le giornate a fumare alla finestra del bagno, guardando la strada.
"Non potrebbe almeno mettersi la maglietta?" dice G.
"Avrà caldo."
"Sì, però, con quella pancia..." poi mi guarda: "Anche tu però, se continui a bere birra..."
"Sì sì, ok, ciao"
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Mi telefona mia madre, nel tono della voce un'ansia quasi impercettibile.
"Senti, tu hai sentito degli spari l'altra notte?"
"Sì, dei fuochi d'artificio."
"Dice l'albanese che erano spari di polizia."
"Nel vicolo?"
"Io non ho sentito nulla. Pistole della polizia, dice."
"A me sembravano fuochi d'artificio."
"Dice che ha visto il fuoco degli spari."
"Ma dai, erano petardi..."
"Almeno avremmo sentito le macchine della polizia, no?"
"Sì"
"Guarda che quell'albanese lì ne racconta di tutti i colori..."
L'albanese si chiama Marcello, vive in un monolocale al piano terra, nel vicolo, di fronte alle nostre finestre. Ha una pancia enorme, grande come un mondo, e passa le giornate a fumare alla finestra del bagno, guardando la strada.
"Non potrebbe almeno mettersi la maglietta?" dice G.
"Avrà caldo."
"Sì, però, con quella pancia..." poi mi guarda: "Anche tu però, se continui a bere birra..."
"Sì sì, ok, ciao"
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