venerdì 3 aprile 2020

Intervallo (5): on a lighter note

“Guarda che paesaggio favoloso!”, dice Guido. “Hai visto quella tigre?”.
La Bambina è stufa, vuole assolutamente rivedere Frozen.
“Guarda, c’è Tao Tao che salta sull’albero! Hai visto la coda?!”.
Niente. Frozen.

Su insistenza di Guido abbiamo tentato un azzardo. Sono settimane che vuole vedere un documentario. Glielo abbiamo permesso, anche se sapevamo che la Bambina poteva non essere interessata. E lo abbiamo fatto consapevolmente, perché il giorno prima avevamo lasciato la scelta alla Bambina e la Bambina si era impuntata su Frozen, che Guido, per opposizione, detesta.

Il punto è che quell’ora e mezza di cartoni pomeridiani è salvifica. Ma è salvifica se – e soltanto se – entrambi sono ipnotizzati. Oggi la Bambina non è ipnotizzata.
Giovanna sta dormendo, perché è suo il turno di pomeriggio con loro. E dopo tre ore di lezione online il pisolo è obbligatorio. Ma che sia pisolo indisturbato.

E dunque: “Papà?! Posso bere un po’ di latte?”.
La Bambina ha capito che non rivedrà Frozen. Opta allora per un biberon di latte e acqua, l’ottavo in un’ora.
“Ok”, rispondo da dietro il computer.
“Papà?! Mi fai un biberon di latte?”, ripete, conoscendomi. Nel frattempo si alza, sgambetta sulla poltrona che condivide con il fratello, gli pesta una caviglia, Guido si lamenta: “Papà?! Ada mi dà fastidio”.
“Ada, non dare fastidio a Guido”, dico, mentre cerco di portare a termine la mia importantissima partita online.
“Papà-à?! Mi fai un po’ di latte?!”
“Un attimo!”, dico. “Devo finire un lavoro urgente!”
A questo punto la Bambina passa a una strategia alternativa: “Papàaa-aaa?! Devo fare la pipì”.
“Vai”, dico.
“Mi accompagni?!”
“Ada, hai visto i panda?”
“Papàaaaa?! Mi scappa tantissimooo!”.
Mi alzo, sbuffando.

Il mio rapporto con la Bambina è fondato sulla pipì: lei la farebbe ovunque, io cerco di indirizzarla quantomeno sul water. È una questione che con gli anni non ha visto grandi mutamenti, tanto che ancora, per terrore che pisci nel letto, la sveglio a mezzanotte e la porto in bagno. Sarà traumatizzata a vita, ma le lenzuola sono salve.

Andiamo in bagno. Il mio compito è in in prevalenza osservativo. Talvolta mi viene richiesto di contribuire a tirare giù i pantaloni, ma guai ad aiutarla a salire sul water. Poi devo impedire che usi un intero rotolo di carta igienica per pulirsi. “È preziosa!” dico; o anche “Se vuoi vivere in un mondo senza alberi, continua pure”; o anche “Il tuo futuro! Guarda! Guarda il tuo futuro che se ne va nella fossa biologica!”.
Al che lei mi guarda, sbatte le ciglia, e dice: “Posso avere un po’ di latte adesso?”.

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