Attendiamo la riapertura delle scuole come l’arrivo del meteorite che sfiora la terra a 20.000 km di distanza, o come la cometa che appare nei cieli ogni duecento anni portando sventura e un’inedita conformazione celeste, l’eclisse di sole da guardare con i vetri oscurati per non bruciarsi la retina e un’invasione di fosfeni. Facciamo finta che sia un evento lontano, ma di notte la consapevolezza di qualcosa ci brucia le piante dei piedi e i bordi delle orecchie (o forse sono le zanzare?). I banchi con le ruote, il distanziamento, la lezione con la mascherina, tutti a dire, come per scaramanzia, eppure seri, con l’aria di affermare una cosa ineluttabile “Tanto chiuderanno dopo pochi giorni” – ah il grande sviluppo dei gesti apotropaici, il capogiro di timore e desiderio e realtà…
La Furia Bionda (aka La Strega del Nord-Est aka...
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